Le Carte Parlanti

Le Carte Parlanti
Mundimago

giovedì 21 gennaio 2016

Reddito minimo: bisogna fare presto



Reddito minimo: bisogna fare presto

“Siamo in piena emergenza sociale, la povertà in questi anni è raddoppiata, 
occorre subito il reddito 
minimo. Se non adesso, quando?”.


Chiara Saraceno è una delle sociologhe più competenti e stimate in Italia. Ed è soprattutto una donna 
ostinata, che si batte per quello in cui crede. E per lei il reddito minimo, pur non essendo la panacea di tutti i mali, è sicuramente uno strumento molto importante per tutelare i più deboli, per dare respiro a chi non ce la fa, per fare “un po’ di giustizia” in un Paese come il nostro, dove la povertà è passata dal 4 per cento del 2008 all’8 per cento del 2015. Un incremento che si traduce in  persone che non riescono a acquistare i beni essenziali e rinunciano spesso alle cure.

“La crisi – spiega Saracenno- ha colpito particolarmente duro l’Italia, e le diseguaglianze sono 
aumentate: la ricchezza si è concentrata sempre più nelle mani di pochi. Il reddito minimo è un punto 
centrale, ma poi occorre rafforzare le politiche di conciliazione lavoro-famiglia che sono particolarmete importanti per le donne a bassa qualifica e basso reddito. Inoltre serve un’efficace politica abitativa che aiuti chi non riesce a pagare l’affitto”.

In questo contesto, aggiunge la sociologa, “la politica sottovaluta in modo preoccupante il destino dei giovani che vivono periodi lunghi di disoccupazione, di precariato. Si tratta di una povertà giovanile che rischia di rendere i ragazzi, le ragazze di oggi svantaggiati per tutta la vita”.

Professoressa Saraceno, perché secondo lei occorre al più presto un reddito minimo?

Occorre oggi più che mai perché non c’è abbastanza lavoro e spesso non tutti i lavori danno un reddito sufficiente per vivere con dignità, in un contesto in cui la povertà è un’emergenza sociale. E la politica finge di non accorgersene.

Lei che tipo di reddito minimo ha in mente?

Un reddito commisurato all’ampiezza della famiglia. E come quantità almeno vicino alla soglia di 
povertà, ai minimi sociali, quindi tra i 400 e i 500 euro mensili a persona. È il minimo per garantire quello che io chiamo ‘il diritto al consumo’, e va aumentato in base alla composizione familiare.

E per evitare che poi il reddito minimo diventi solo assistenzialismo?

Guardi, le cito l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr)che non è certo di estrema sinistra: l’Ocse spiega che è utile avere un reddito minimo ben congegnato.

Con quali caratteristiche?

Un reddito che impedisca a una persona di sedersi, quindi un assistenzialismo attivo che sia da stimolo per cercare un nuovo lavoro, con il supporto di consulenti, con la formazione professionale. Un reddito minimo dignitoso dà tempo e serenità mentale per pensare e agire per il proprio futuro.

Facile -le si obietta- chiedere il reddito minimo, ma costerebbe molto alle casse dello Stato.
 Lei ha fatto dei conti?

Ci sono stime diverse. Dipende da dove mettiamo l’asticella. La stima del Movimento 5Stelle è di circa 16 miliardi a regime, 780 euro al mese a chi ha bisogno. Poi ci sono altre proposte più conservative che ipotizzano una spesa di 7 miliardi.

Sono comunque tanti soldi…

Sono tanti, ma sono meno di quanto costano gli 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti a basso 

reddito decisi dal Governo senza colpo ferire (circa 10 miliardi, ndr). Questi soldi sarebbero serviti per un reddito minimo decente; come senza colpo ferire è stata tolta la Tasi e l’Imu (costo oltre 4 miliardi, ndr) favorendo i più benestanti. Come vede è un questione di scelte, di priorità.

Ma Renzi risponde a chi propone il reddito minimo sostenendo che è uno strumento sbagliato perché – dice il capo del Governo- la Costituzione parla di diritto al lavoro e quindi l’obiettivo è combattere la disoccupazione, creando lavoro. Cosa risponde?

A parte il fatto che la nostra Costituzione parla sì di diritto al lavoro, ma parla anche del diritto a una vita decente. E poi io sono del tutto favorevole a creare lavoro – ci mancherebbe-, ma nel frattempo cosa facciamo per chi non ce la fa. Cosa facciamo per i bambini i cui genitori non guadagnano abbastanza? 

E ancora cosa facciamo per chi ha una malattia e non può cercare un lavoro? Infine – e cito ancora 
l’Ocse – cosa facciamo davanti a quei tanti lavori precari, 
squalificati e a basso salario prodotti in questi anni?

Dal Governo rispondono che sono stati stanziati complessivamente 
1 miliardo e 600 milioni per le povertà.

Cioè pochissimo, anche se di più di quanto hanno stanziato i precedenti governi. Come le dicevo 
occorrono almeno 7 miliardi per dare il minimo alle persone in difficoltà.

Come giudica gli effetti del Jobs Act?

Ha reso più flessibile il mercato del lavoro: è piu facile licenziare anche nei contratti a tempo 
indeterminato con l’abolizione dell’Articolo 18 (articolo dello Statuto dei Lavoratori che vieta il 
licenziamento senza giusta causa, ndr). Non a caso la Confindustria è più che soddisfatta.

Ma non è anche più facile e conveniente assumere?

Ma per assumere ci vuole un mercato che funzioni, servono investimenti: Renzi ha sbagliato. Doveva dire alle imprese: “Io ho fatto tutto quello che mi avete chiesto, adesso tocca a voi”. Doveva 
pretenderlo. E poi voglio vedere cosa succederà quando scadranno gli incentivi fiscali alle aziende per assumere, incentivi dati senza contropartite. Le contropartite in genere vengono sempre chieste ai 
poveri e non agli industriali.

Lei si batte da tempo, per il reddito minimo, mi pare dagli anni ’80

Sì, dalla prima Commissione sulle povertà, nel 1986.

E che riflessione fa?

Mi viene da dire: se non adesso, quando? Cosa dobbiamo ancora aspettare dopo gli effetti devastanti 
della crisi? Siamo solo noi e la Grecia a non averlo Invece il reddito minimo non è passato ancora 
nell’agenda del Governo, con delle contraddizioni macroscopiche. La vicesegretaria del Pd, Debora 
Serracchiani, ha fatto il reddito minimo nella sua Regione, il Friuli-Venezia Giulia, dov’è Presidente. Ma nello stesso tempo non si batte perché il suo partito vari il reddito minimo in Parlamento. Ora anche in Puglia è stato approvato il reddito minimo (600 euro al mese, per 60 mila persone, ndr). Insomma una breccia si è aperta. E se il Governo fosse intelligente proporrebbe un fondo comune Stato-Regioni per 
introdurre in Italia il reddito minimo.

 PAGINA FACEBOOK



poi c'e' questo 

BLOG

nel quale si possono fare commenti ed aggiugere argomenti di discussione




giovedì 14 gennaio 2016

Ecologia le Immagini del 2015


La puzza emanata dal fiume Giallo
in Mongolia
GUARDANE ALTRE 
dal Surfista in un mare di rifiuti
alle città più grandi del mondo






















GUARDA TUTTE LE IMMAGINI DEL 2015
 CHE PARLANO DI ECOLOGIA


SE TI STA A CUORE IL NOSTRO PIANETA
CONDIVIDI E FAI GIRARE IN RETE QUESTA FOTO
le immagini valgono più di mille parole

Condividi la Pagina con chi vuoi Tu



Share

.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/


 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO 
entra in
MUNDIMAGO


mercoledì 13 gennaio 2016

Bibliotecari nudi per calendario 2016



I bibliotecari brasiliani nudi in un calendario per realizzare la Biblioteca da Diversidade. 
Una raccolta fondi per la causa Lgbt



Lo scopo è nobile: realizzare una biblioteca della diversità, che promuova una cultura nel rispetto delle differenze. Per farlo 12 bibliotecari brasiliani si sono messi a nudo, diventando i volti (e i corpi) di un calendario, il cui ricavato della vendita verrà utilizzato per raggiungere questo fine.

Se il progetto andrà in porto la "Biblioteca da Diversidade" sorgerà in un paese nel quale le violenze 
contro la comunità Lgbt sono all'ordine del giorno. Un segnale importante, per il quale bibliotecari 
provenienti da Rio de Janeiro, San Paulo, Pará e Brasilia hanno deciso di spogliarsi davanti a una 
macchina fotografica, diventando protagonisti per dodici mesi.
















L'obiettivo è ambizioso. Per costruire quello che sarà di fatto anche un ritrovo per gay, lesbiche, 
bisessuali e transessuali sono necessari 3 milioni di reais, circa 682.000 euro. Sfogliando il calendario, pagina dopo pagina, l'ammiccante invito alla cultura dei bibliotecari è una convincente richiesta a sposare la causa.

SCOPRI COME SARA' IL TUO 2016



.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/


 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


lunedì 11 gennaio 2016

David Bowie


David Bowie

Il cantautore e compositore britannico si è spento domenica notte all'età di 69 anni. L'annuncio sul suo profilo ufficiale Twitter e Facebook: "Dopo 18 mesi di lotta contro il cancro se ne è andato serenamente circondato dalla sua famiglia". La conferma della sua morte è arrivata anche dal figlio Duncan Jones, in un post su Twitter. Se ne va un grande artista che ha segnato la storia della musica rock degli ultimi 50 anni.

. .

David Bowie, pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947 – 10 gennaio 2016), è stato un cantautore, polistrumentista, attore e compositore britannico.

Attivo dalla metà degli anni sessanta, Bowie ha attraversato cinque decenni di musica rock, 
reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, 
Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il "Duca Bianco"). Dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato molti artisti.

Come attore, dopo alcune piccole apparizioni, ha avuto un ottimo successo nel 1976 come protagonista del film di fantascienza L'uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg. Tra le sue interpretazioni più note si ricordano Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) di Nagisa Oshima del 1983, Absolute Beginners e Labyrinth del 1986, e Basquiat di Julian Schnabel del 1996, nel quale interpreta il ruolo di Andy Warhol.

David Bowie è sposato dal 1992 con la top model somala Iman Mohamed Abdulmajid ed ha due figli, Duncan Zowie Haywood (nato nel 1971 dal precedente matrimonio con Mary Angela Barnett) e Alexandria Zahra (nata nel 2000), oltre a Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman. Nel 2008 è stato inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e tra le sue migliori "tracce vocali" ci sono Life on Mars?, Space Oddity, Starman ed "Heroes". Nel 2007 è indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco del mondo.

Al ritmo di un disco all'anno, Bowie per parecchi anni nel bene e nel male non si è mai limitato a creare un "marchio Bowie" uguale a se stesso e rassicurante: dalle nostalgie beat con Pin Ups, agli incubi orwelliani di Diamond Dogs, al R&B bianco con Station to Station e Young Americans, all'electro pop intellettuale che, secondo molti critici, costituirà la fase più creativa della sua carriera fra il 1977 e il 1979, con la cosiddetta "trilogia berlinese" di Low, "Heroes" e Lodger, album in realtà (salvo il secondo) realizzati solo parzialmente a Berlino, ma comunque fortemente influenzati dalle contaminazioni tra rock ed elettronica di cui erano maestri i Kraftwerk e i Neu!,
 gruppi entrambi tedeschi.


Decisivo l'incontro con Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music del dandy Bryan Ferry. Altrettanto decisivo un successo ormai consolidato che permette all'artista di 
sperimentare soluzioni nuove senza inseguire il riscontro commerciale. Nel frattempo il personaggio non è più l'androgino Ziggy Stardust ma un thin white duke ("sottile duca bianco") dalle inquietanti 
suggestioni androgine sotto uno stile musicale esteriormente sempre più virile, colto, e raffinato.

LEGGI ANCHE


.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/



Le IMAGO sul tuo Cellulare


GIOCA CON LE IMAGO

PONI UN QUESITO AD ALTA VOCE

POI CLICCA IL BOTTONE BIANCO

ED IL SITO TI RIVELA LA RISPOSTA

PROVALO COL TUO CELLULARE




Condividi la Pagina con chi vuoi Tu



Share


PER RICEVERE IL COFANETTO REGALO

.

 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


sabato 9 gennaio 2016

Sentinelle in Piedi per la Famiglia Tradizionale


Lista di Politici Italiani che Parlano di Famiglia 
ma sono tutti divorziati piu' di una volta con tanti figli da donne diverse
oppure single e omosessuali ,
addirittura la Mussolini ha il Marito Pedofilo

Quale malvagità può albergare in una persona che prega il proprio dio per fare del male a qualcun 
altro? Che spregevole essere può decidere di mettere la propria fede al servizio della bieca politica? 

Quale corrotta persona decide di pregare per prevalere sugli altri?

Veglia giorno e notte delle Sentinelle in Piedi contro il ddl Cirinnà. Una preghiera ininterrotta fino alla discussione in aula

Non più in piazza a leggere libri, in silenzio. Ora le Sentinelle in Piedi cambiano modalità e, per 
contrastare l'imminente e temutissimo passaggio in Senato della legge sulle unioni civili, organizzano una veglia ininterrotta di preghiera che durerà fino al 30 gennaio, con tanto di calendario online per 
coprire tutte le ore del giorno e della notte.

L'obiettivo è quello di chiedere a Dio di fermare il disegno di legge Cirinnà che alle coppie omosessuali concederà, una volta approvato, diritti simili a quelli delle coppie eterosessuali. Con un corollario particolarmente inviso ai difensori a oltranza della famiglia tradizionale: la possibilità di adottare il figlio del partner (la cosiddetta stepchild adoption).

Per gli ultracattolici l'opzione è il cavallo di Troia per normare la maternità surrogata. E dunque bisogna pregare, pregare moltissimo. Come spiega la giornalista e scrittrice Costanza Miriano, nome di punta dell'ultimo Family Day particolarmente vicina alla sezione italiana di Manif pour Tous:

Dobbiamo chiedere, chiedere, chiedere con tutte le forze a Lui che intervenga. Dio è troppo rispettoso della libertà dell’uomo per intromettersi nelle sue faccende. Lo fa solo se noi gli chiediamo di farlo. 

Dobbiamo farlo fino a spolmonarci, appoggiandoci alle parole di Gesù: chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete. Dobbiamo chiederlo con fede cieca.
Il 26 gennaio il testo approderà in aula dopo sfiancanti discussioni in commissione Giustizia, e con nuovi tentennamenti da parte del Partito democratico e di Area popolare - specialmente sulla sptepchild adoption. Fino al 30 avverrà la discussione e infine il voto che poi consegnerebbe il ddl alla Camera.

Nel nuovo sito "Un'ora di guardiano" i promotori pubblicano dunque la preghiera da ripetere migliaia di volte a partire dal 5-6 gennaio:

Ora, Maria, ti preghiamo perché la legge sulle cosiddette “unioni civili” non passi. Te lo chiediamo da ora fino al giorno fissato per l’approdo in parlamento e per i giorni della discussione. Con fiducia e insistenza ci uniamo per chiedere il tuo aiuto.
Non si tratta di una preghiera libera, bensì di una veglia ininterrotta che dovrà assicurare preghiere e 
invocazioni a ogni ora del giorno e della notte. Per questo il sito è provvisto di una griglia dove è 
possibile prenotare i propri 60 minuti di raccoglimento.

Gli organizzatori chiariscono che la battaglia non è politica, ma riguarda il Bene contro il Male:
Sappiamo che questa non è una semplice lotta politica, è una battaglia escatologica delle forze del 
Bene contro quelle del Male “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” ecco perché occorre che ci prepariamo per combattere insieme e combattere in ginocchio.

Quale sia il Bene e il Male è lo stesso discorso che fa il Califfato dell' ISIS

LEGGI TUTTO SULLA MUSSOLINI ED IL MARITO PEDOFILO


.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/



 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


venerdì 8 gennaio 2016

ONU : Arabia Saudita e Iran



Arabia Saudita e Iran, l'ultima farsa dell'Onu

Da quello di organizzazione impotente a tutto, le Nazioni Unite stanno scivolando verso lo status di teatrino dei pupi. Non contenta del nulla finora prodotto su tutte le maggiori crisi internazionali (dalla Siria ai rapporti tra Israele e Palestina fino alla tragedia delle migrazioni), l’Onu è riuscita a schierarsi nel contrasto tra Arabia Saudita e Iran, mettendosi senza pudore
 e senza timore per le conseguenze  dalla parte dei sauditi.
Abbiamo visto come sono andate le cose. L’Arabia Saudita ha giustiziato 47 persone in un giorno, tra le quali lo sceicco sciita Nimr al-Nimr e altri prigionieri responsabili di essere oppositori del regime. L’Iran ha protestato e, a Teheran, la folla ha dato l’assalto all’ambasciata dell’Arabia Saudita nella capitale a un consolato nella città di Mashad. Le autorità iraniane hanno arrestato a Teheran 40 persone e hanno pubblicamente detto di non voler tollerare altre manifestazioni. Nondimeno, l’Arabia Saudita ha rotto i rapporti diplomatici, subito seguita nella decisione dal Bahrein, mentre il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti hanno sospeso i rapporti politici con la Repubblica degli ayatollah.
Rispetto a tutto questo le Nazioni Unite e il loro Segretario Generale, che pure hanno ricevuto lettere di spiegazione dai Governi di Arabia Saudita e Iran, hanno pensato bene di reagire con il solito doppio standard. All’Iran, colpevole di non aver protetto le sedi diplomatiche saudite, una mozione ufficiale di condanna firmata dai quindici Paesi del Consiglio di Sicurezza, che al momento sono: Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna (membri permanenti) più Angola, Malesia, Nuova Zelanda, Spagna, Venezuela, Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina e Uruguay (membri non permanenti). Non una parola, in questa mozione, sulle 47 condanne a morte né sulla 
decapitazione degli oppositori.
Sulle azioni dell’Arabia Saudita, al contrario, solo un patetico belato di Ban Ki-moon sul tema dei diritti umani. Resta così agli atti della comunità internazionale una ricostruzione dei fatti secondo cui una folla di iraniani avrebbe attaccato le rappresentanze saudite… 
senza motivo, forse in preda a un raptus.
Nel frattempo in Bahrein restano in carcere duemila oppositori politici e domani, se nulla cambia, andrà sotto processo Mohammed al-Maskati, fondatore della Lega Giovanile per i Diritti Umani, tre anni fa accusato di “partecipazione a una riunione illegale” e da allora perseguitato con campagne diffamatorie, minacce di morte e arresti. La famosa “riunione illegale” era un incontro pubblico a Ginevra, a margine della riunione del Consiglio Onu dei diritti umani, in cui aveva denunciato la repressione della Primavera del Bahrein nel febbraio del 2011.
A proposito di Consiglio Onu dei diritti umani: il suo comitato consultivo, dal settembre scorso, è presieduto da Faisal bin Hassan Thad, ambasciatore dell’Arabia Saudita presso le Nazioni Unite. Il quale, grazie alla carica ottenuta soprattutto per il voto favorevole dei Paesi musulmani (sunniti) dell’Asia, potrà scegliere gli esperti chiamati a pronunciarsi sui diritti umani. 

Non vediamo l’ora di capire quali saranno gli esperti interpellati dal diplomatico del Paese delle decapitazioni, dei 30 mila detenuti politici, dei bombardamenti sulle città e i villaggi dello Yemen, del sostegno ai jihadisti che combattono in Siria, dei carri armati mandati in Bahrein a soffocare nel sangue la Primavera del 2011. Dall’ambasciatore dello stesso Paese che ha concesso l’ingresso agli esperti Onu sui diritti umani (gli stessi che ora sceglie e presiede) nel 2008 e da allora tiene in sospeso (in sostanza, boicotta) altre otto richieste di visita da parte dell’Onu.
Nella lettere con cui la rappresentanza all’Onu dell’Arabia Saudita avanzava la candidatura di Faisal bin Hassan Thad, c’era scritto, forse a titolo di garanzia, che “agendo sulla base della legislazione saudita, che deriva dalla shari’a (legge islamica, n.d.r) che garantisce i diritti umani di tutti, e sulla base della costante dedizione dell’Arabia Saudita per i diritti umani e del dovere dello Stato di rendere effettivi e proteggere tali diritti in accordo con i trattati internazionali, il Governo ha stabilito la Commissione per i diritti umani”.
Per quanto il regime iraniano sia repressivo la sua parte e non possa far prediche a quello saudita, questa è una colossale presa in giro che l’Onu, peraltro, si merita. L'Iran è tenuto sotto controllo da decenni, ai sauditi tutto è permesso, con i risultati che vediamo in tutto il Medio Oriente. E per quelli come Alì Mohammed al-Nimr, nipote dello sceicco decapitato, arrestato a 17 anni per le proteste della Primavera del 2011 e condannato a morte a 20 anni, è un ultimo sputo in faccia.

 LEGGI ANCHE
L'ARABIA SAUDITA E' CAPO DI TURNO
DEL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI DELL' ONU


.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/


 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


Pifferaio magico per gli intellettuali italiani

Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.  Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate.   Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,   campagne di marketing e vendite promozionali.


Dario Fo contro gli intellettuali italiani 

"Sono inetti, tristi e asserviti al pensiero unico" 

Dalla legge sulle intercettazioni all'abolizione dell'articolo 18 e del Senato: se le cose che sta facendo Matteo Renzi le avesse fatte Silvio Berlusconi "avremmo riempito piazze e pagine di giornali". E invece c'è stato un "addormentamento paradossale, una specie di anestesia generale". Come ne "Il Pifferaio magico". E' un duro attacco quello di Dario Fo alla categoria degli intellettuali italiani. Il premio Nobel interviene su Il Fatto Quotidiano e critica "i giornalisti, che dovrebbero essere i primi ad avere presente l'importanza dell'informazione: a furia di suonare il flauto 
hanno sedato troppa gente!".

Non è solo un problema della stampa, però, scrive Fo:

"Abbiamo oggi una classe d'intellettuali che in gran parte ha perso il tamburo, un formidabile strumento per svegliare i bambini imbambolati. Tacciono in molti: noon hanno dignità e quindi non s'indignano. Ecco cos'è terribile e incredibile: la mancanza di indignazione". "Molti pensano: ma chi me lo fa fare di espormi? Un giorno magari avrò bisogno di qualcosa, di un favore, di un aiuto da chi ora sto criticando. Tutto è giocato sui ricatti, sulla possibilità di avere un vantaggio. Chi fa informazione o opinione ha capito una cosa: bisogna stare al gioco".
Secondo Dario Fo, "se ti metti a criticare, se obietti, se fai anche solo riflessioni non gradite, vieni semplicemente cancellato. Ormai l'andazzo è questo: segnare sulla lavaagna i nomi di coloro che si "sono comportati male". Chi non si allinea è fuori. E per fuori intendo fuori da tutto".

Per il premio Nobel quindi le conseguenze " di questo pensiero non unico ma asservito, conformista e opportunista sono terribili". Scrive Fo:

Spariscono gli anticorpi. Questo potenzialmente crea una società di inetti e di leccapiedi. Basta guardare i parlamentari che giustificano i loro voltafaccia con il caro vecchio 'Io tengo famiglia', una filastrocca dei tempi del Fascismo.
Lancia quindi l'allarme: "Vedo un accerchiamento della libertà d'espressione, le persone che hanno coraggio vengono emarginate".

Scrittori, registi, sceneggiatori, opinionisti solitamente impegnati. In prima fila nella firma di appelli e manifesti. Pronti a ingaggiare il corpo a corpo delle idee. Sul palco, in piazza, sui giornali. Con parole e opere: romanzi, film, canzoni, articoli. E ora, invece, stretti tra due accuse. Quella di Renzi e dei suoi laudatori, secondo cui le voci di dissenso sarebbero in blocco «professoroni, gufi, professionisti della rassegnazione». «Un giorno si parlerà finalmente delle responsabilità delle élite culturali nella crisi italiana: professori, editorialisti, opinionisti non sono senza colpe», disse il premier a “Repubblica” dopo pochi mesi di governo, il 4 agosto 2014. «Siamo gli unici che vogliono bene all’Italia, contro il disfattismo e il nichilismo, contro chi sfoga la sua frustrazione nelle polemiche», ha replicato, senza nominarlo, a Saviano dal palco della Leopolda.

E c’è, sul versante opposto, la seconda accusa, non meno bruciante, quella avanzata dall’autore di “Gomorra”. La timidezza verso il nuovo potere renziano nell’ambiente culturale «riformista». Gli intellettuali di sinistra che furono in prima fila negli anni del berlusconismo. E che ora appaiono svogliati. Ritrosi a schierarsi. Ritirati nei propri quartieri. Taciturni. In silenzio. Forse imbarazzati, di certo confusi. Per loro stessa ammissione.

«Renzi è di sinistra? Diciamo che, come Margherita dice in “Mia madre”, anch’io sono confuso in questa fase e preferisco tacere, piuttosto che dire cose generiche o banali… Sono contento se il governo è di centrosinistra, facendo però davvero riforme di centrosinistra. Ma ripeto: in questo periodo sono confuso e preferisco non dire cose a caso». Nanni Moretti ha interrotto di recente con un’intervista a “Oggi” e poi a “Le Monde” la sua distanza dalla politica. Per testimoniare, però, che in questa fase è meglio restare zitti piuttosto che parlare per non dire nulla.

Eppure per decenni Moretti ha portato sul grande schermo la crisi del Pci e della sinistra, da “Palombella Rossa” a “Aprile”, gli psicodrammi di militanti, dirigenti, semplici elettori, con le lettere mai spedite ai leader di partito. L’interpretazione del ministro socialista Botero in “Il portaborse” di Daniele Luchetti all’inizio degli anni ’90 anticipò Tangentopoli. E poi “Il Caimano” (2006) su Berlusconi e il conformismo di stampa e televisioni. E soprattutto la stagione dei girotondi, tra il 2002 e il 2003, quando il regista accettò di guidare un movimento e finì per assumere la leadership dell’anti-berlusconismo in un momento di debolezza politica dei partiti di centro-sinistra.

Ora è un altro momento. Di confusione. E perfino, per i cinquantenni-sessantenni coetanei di Moretti, di un sottile senso di colpa. «A me Renzi sta antipatico, non mi sento contiguo alla Leopolda, ma mi sono supremamente rotto le scatole di quello che ha fatto la mia generazione in politica», ha detto la settimana scorsa Michele Serra in tv a “Otto e mezzo”. In continuità con quanto l’ex direttore di “Cuore” aveva scritto su “l’Espresso” (11 maggio 2015): «Non esisterebbe Renzi se non fosse esistita, prima, una lunga stagione di impotenza. Matteo Renzi è il figlio più rappresentativo della crisi della democrazia italiana e più ancora della paralisi della società italiana. Chi lo critica ha quasi sempre ragione, ma alle spalle di quasi ogni critica c’è il sospetto inevitabile della conservazione. E se Renzi è quello che è, la colpa non è tutta sua».

De te fabula narratur: non è colpa di Matteo, e forse neppure del tutto merito suo, se con facilità impressionante ha conquistato il potere, scalato la sinistra, polverizzato i riferimenti culturali del passato, sgretolato il pantheon dei miti fondativi. Colpa di chi l’ha preceduto, dei dirigenti antichi e inamovibili, dei padri nobili che in ogni cambiamento hanno avvertito, sospettosi, l’ombra della fuoriuscita dal patto costituzionale su cui si è costruita la Repubblica e sono cresciute le culture politiche dei partiti, più forti e resistenti delle ideologie.

Il grande silenzio, come si intitolava il libro-intervista sugli intellettuali di Alberto Asor Rosa con Simonetta Fiori (Laterza, 2010), sembra essere la reazione di una certa generazione e di una certa cultura: quella che ha combattuto da sinistra negli anni Ottanta la modernizzazione di Bettino Craxi, il rampantismo socialista e poi, naturalmente, il berlusconismo trionfante. E che ora, dopo tante battaglie e molte sconfitte, non se la sente più di intrecciare un conflitto anche con il premier rottamatore. Anche perché, come dice Serra, «Renzi non è come Berlusconi».

C’è chi questo passaggio l’ha fatto con agilità e senza farsi troppi problemi: ad esempio Francesco Piccolo, sceneggiatore di Moretti, con “Il desiderio di essere come tutti” (Einaudi, 2013), vincitore del premio Strega, uscito nei mesi in cui Renzi dava l’assalto al vertice del Pd e poi a Palazzo Chigi, aveva già ben rappresentato la felicità di un intellettuale di sinistra pronto a tuffarsi nella nuova epoca.

Sul versante opposto, quello della critica, si schierano intellettuali di altre generazioni e di altri filoni culturali, più azionisti che ex Pci. Sono loro i «famigerati professoroni». Giuristi come Stefano Rodotà o come Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte costituzionale, che denuncia nel suo ultimo libro “Moscacieca” (Laterza, 2015) «l’allergia per il pensiero non allineato» e si spinge a comporre l’elogio del pessimismo contro la «leggera, fatua, insulsa allegrezza che fluttua qua e là senza alcun costante e maturo impegno per un’opera degna della parola politica».

Professori come Asor Rosa che attacca «la mutazione genetica» del Pd. E storici come Marco Revelli: erano in tanti il 3 dicembre a discutere nella sede romana della casa editrice Laterza il suo ultimo libro “Dentro e contro”, una delle più compiute requisitorie contro il sistema renziano. Seminario ad alta tensione, con uno scontro senza ipocrisie tra l’autore e il giurista Sabino Cassese, ex giudice della Corte costituzionale, difensore delle riforme del governo Renzi.

Perché in questi mondi l’atteggiamento da tenere nei confronti del premier spacca, divide. Renzi, nelle pagine di Revelli, è descritto come Callicle, piccolo filosofo ateniese del V secolo a.C., «archetipo di quel disprezzo per la conoscenza e per i sapienti che ritornerà infinite volte nelle zone grigie della storia». Un modello di potere post-democratico nell’Europa attraversata dai populisti: «L’Italia danza sull’abisso, nelle mani di un funambolo che cammina sulla fune senza rete. E tutti lì sotto, con il naso in aria, a gridare di accelerare».

Tutti chi? Inutile cercare pensatori vecchio stile tra gli intervenuti all’ultima edizione della Leopolda. Nelle precedenti kermesse aveva colpito e affascinato la platea lo scrittore Alessandro Baricco, con la sua narrazione popolata di spazi bianchi da riempire, pezzi sulla scacchiera da muovere per primi, navi da bruciare alle spalle.

Ma questa volta non si è fatto vedere, né lui né altri artigiani dell’immaginario. E non si trovano citazione di contemporanei nel discorso finale di Renzi, con l’eccezione di Paolo Sorrentino, fresco vincitore degli Efa di Berlino, l’Oscar europeo, il regista prediletto dal premier. Forse perché almeno gli ultimi due titoli, “La Grande Bellezza” e “Youth - La giovinezza”, sono involontariamente, inconsciamente renziani. O forse perché, semplicemente, Sorrentino è un outsider che vince, come sempre si rappresenta l’ex ragazzo di Rignano.

Nell’ultima edizione è stato lanciato il think tank che avrà il compito di formare la classe dirigente di domani. A dirigere “Volta” sarà Giuliano Da Empoli, presidente del Gabinetto Viesseux, già assessore alla Cultura con Renzi sindaco, ritornato nell’orbita di Matteo dopo qualche dissidio. Il suo “La prova del potere” (Mondadori, 2015) è il manifesto dei nati tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta del secolo scorso, «vaso di coccio tra due generazioni di ferro, i nativi dell’ideologia e i nativi della tecnologia», i quarantenni che traggono da questa debolezza la loro forza: i Sorrentino, i Renzi e i Saviano, e già, c’è anche lui, l’irregolare scrittore diventato il nemico del popolo nel raduno dell’ex stazione fiorentina.

La generazione Renzi raccolta da Christian Rocca, direttore di “IL”, il mensile del “Sole 24-Ore” in “Non si può tornare indietro” (Marsilio, 2015), in cui si ritrovano toni forse perfino più renziani dell’originale che ha in odio qualsiasi ideologia, compresa eventualmente la sua.

C’è anche questo, la difficoltà per gli intellettuali di professione di interloquire con un leader pragmatico, compiutamente post, impossibile da incasellare in una definizione. Che per di più si agita su un terreno di gioco, il confine della politica nazionale, con sempre minore significato. In Francia gli intellettuali litigano e si dividono tra mondialisti e identitari. In Italia il balcone è vuoto, come nell’ultima scena di “Habemus papam”. Forse per questo Moretti è confuso. E anche gli altri non stanno tanto bene.

.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  https://www.cipiri.com/

Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.  Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate.   Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,   campagne di marketing e vendite promozionali.

 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


Isis uccide reporter donna rimasta a Raqqa


Ruqia Hassan scriveva su internet con lo pseudonimo Nisan Ibrahim

Siria: Isis uccide l’unica reporter donna rimasta a Raqqa.

 “Loro mi tagliano la testa, io ho la dignità”

Sfidava l’Isis con articoli ironici sul web, uccisa l’unica giornalista indipendente di Raqqa
Ruqia Hassan denunciava le condizioni di vita nella roccaforte del Califfato in Siria

Ad annunciarlo sono stati gli attivisti locali citati dall’associazione giornalistica Syria Direct. La donna, 30 anni, sarebbe stata uccisa a settembre dagli uomini dell'autoproclamato Califfato

È stata uccisa l’unica reporter indipendente donna che da Raqqa, roccaforte jihadista in Siria, aveva continuato a osare sfidare negli ultimi mesi l’Isis con le sue cronache cittadine, le sue denunce e la sua sferzante ironia sul web. Lo annunciano attivisti locali citati dall’associazione giornalistica Syria Direct e ripresi oggi da media britannici, stando ai quali da ottobre sale ad almeno 5 il numero dei giornalisti controcorrente assassinati dai seguaci del Califfo. 

“ERA UNA SPIA”  
La morte della ragazza, Ruqia Hassan, fattasi conoscere sulla rete come una coraggiosa “citizen journalist”, talvolta con lo pseudonimo di Nisan Ibrahim, risalirebbe a qualche tempo fa. Ma solo nei giorni scorsi sembra che l’Isis abbia comunicato ai genitori di averla «giustiziata» in quanto «spia», raccontano gli attivisti, diffondendo anche quelli 
che vengono presentati come gli ultimi tweet di Ruqia. 

L’ARMA DELL’IRONIA  
«Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte - vi si legge - ma quando l’Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà tutto ok, perché loro mi taglieranno testa e io ho la dignità. Meglio che vivere nell’umiliazione sotto l’Isis». L’Independent traduce poi l’ultimo post sul profilo Facebook della ragazza, pubblicato a luglio per ironizzare sulla guerra al wi-fi dichiarata dai jihadisti nella sua città. «Avanti - scriveva Ruqia - tagliateci internet, i nostri piccioni viaggiatori non se ne lamenteranno». 

. .

Un video rubato nascondendo la telecamera sotto il niqab, il velo nero che copre obbligatoriamente tutte le donne che vivono a Raqqa, la capitale del califfato islamico, in Siria. Lo ha girato una giovane della città siriana, da oltre un anno sotto il tallone delle milizie islamiste. Si vedono le vie piene di barbuti armati, come nella Kabul ai tempi dei taleban. Da due uomini a bordo di una macchina arriva un rimprovero: “Ehi, che fai”. La giovane viene rimproverata perché mostra parte del viso. Ma risponde con ironia: “Si vede che il mio niqab è trasparente”.
Poi la giovane entra in un seminterrato: un Internet Point nel cuore di Raqqa. Madri e ragazze che comunicano con parenti all’estero, molti in Francia, via e-mail e Skype. Le giovani sono le più radicalizzate, non vogliono tornare in Europa “perché ci troviamo bene qui”. E un’altra: “Tutto quello che vedete sulle tv occidentali è falso!”. E le madri non capiscono una scelta così radicale.

.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/


 FAI VOLARE LA TUA 
FANTASIA
MUNDIMAGO


giovedì 7 gennaio 2016

Immagini del 2015 Ecologia


Scioglimento a cascata 
non piu' sgretolamento del Ghiaccio
GUARDANE ALTRE 
dal Surfista in un mare di rifiuti
alle città più grandi del mondo





















.
Sono Web Designer, Web Master e Blogger, creo siti internet , blog personalizzati.
Studio e realizzo i vostri banner pubblicitari con foto e clip animate. 
Creo loghi per negozi , aziende, studi professionali,
 campagne di marketing e vendite promozionali.
MIO SITO  :  http://www.cipiri.com/


 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO


CONDIVIDI

Share
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

FEED

Subscribe

MI PIACE

Share

popolarita del tuo sito

widgets

members.internetdefenseleague

Member of The Internet Defense League

Add

disattiva AD BLOCK

Questo blog è autogestito Sostienici

Visualizzazioni totali

  • La vera storia di Marina Berlusconi  erede al trono pronta alla politica  per salvare gli affari di famiglia. Marina è la consigli...
  • . C’è una storia classica e ben conosciuta, di un contadino il cui asino si rifiutava di tirare un pesante carretto. Il contadino risols...
  • "L'origine del mondo" di Gustave Courbet al Grand Palais di Parigi  Nell'ambito della mostra maschio / maschio...
  • Camera, beccati due deputati in bagno a Montecitorio  nel corso di un rapporto sessuale I parlamentari sarebbero stati ripresi con ...
  • Jamie McCartney sta realizzando un pannello insolito che verrà messo all’asta per beneficenza.  Si tratta di più di 400 calchi di vagi...
  • ISCRIVITI AL MIO LINK E TI POSSO AIUTARE E' SUFFICIENTE ISCRIVERTI POI IL SITO TI MANDERA' DELLE MAIL TU LE APRI E VEDRAI...
  • Archivio blog