Le Carte Parlanti

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Mundimago

domenica 15 novembre 2015

Bisogna Dialogare con l' Islam per Eliminare l' IS


Apriamo le porte all’islam

Questo è il momento migliore, anzi è l’unica cosa intelligente e persino furba che possiamo fare.

Sono uscito dal teatro nel quale ho fatto uno spettacolo e in un bar, dove ho preso un caffè per arrivare sveglio a casa, ho appreso della strage in corso in Francia. Nel mio quotidiano si è infilata questa coltellata. Così è successo a me e penso che sia accaduto anche a tanti altri. Ma al telegiornale di notte ho sentito anche Matteo Salvini e l’ho risentito rimbalzare per tutto il giorno successivo in televisione e in rete.

“Chi mi parla dell’islam moderato lo prendo a calci in culo”, scrive, e “non è più il momento dell’ipocrisia, delle sfilate e dei minuti di silenzio, questa è una guerra, serve un intervento militare internazionale subito in Siria e in Libia”.

L’ha detto il migliore degli urlatori che conosce il tono più appropriato per rimbombare nelle pance degli italiani e farle risuonare più del cervello. Ma tanti altri hanno ripetuto lo stesso concetto.

E invece no.

Le bombe non serviranno a nulla. Inaspriranno la violenza, moltiplicheranno gli assassini
Non sono d’accordo nemmeno un po’. Nemmeno se avessero ucciso persone che conosco.
Per ore ho cercato i miei amici a Parigi. Li ho sentiti sconvolti. Mi dicono: “Eravamo fuori a poche 
centinaia di metri. Siamo sotto shock, ma…”, “C. sta chiusa in casa, un po’ di paura, aspettiamo domani per capirci qualcosa…”, “Io tutto bene…”, “Tutto bene. Nessun morto in famiglia, ma sto in 
Lussemburgo, chissà se ci lasciano tornare in Francia. Un abbraccio”, “… una punta di vera 
disperazione per il mondo in cui viviamo” e “Noi bene. A casa per fortuna”.
Faccio un paragone che sembra azzardato, ma sono convinto che non lo sia. Nel nostro paese è stato 
possibile chiudere i manicomi perché gli infermieri e i medici che ci lavoravano si sono ribellati contro i medici e gli infermieri che gli lavoravano accanto e volevano (per paura, per interesse personale, per ideologia, per stupidità, per morbosità) tenere in piedi quel tritacarne umano che era il manicomio.

La stessa forza dobbiamo trovarla nelle donne e negli uomini di religione islamica 
che vogliono e devono aiutarci a combattere dall’interno questo tumore spietato.
 Le bombe non serviranno a nulla. 
Inaspriranno la violenza, moltiplicheranno gli assassini, 
trasformeranno i pacifici in guerriglieri. Sarà 
duro e forse anche pericoloso. 
Ma bisogna saltare da questa finestra perché non c’è una minestra
 in alternativa.
Faccio mie le parole di Ascanio Celestini, (attore) 
Apriamo le porte all’islam.
Bisogna dialogare con questa Religione.
E Distruggiamo l'IS insieme





Belpietro condannato per il falso attentato a Fini

Il direttore di “Libero” Maurizio Belpietro è stato condannato a due mesi di arresto, convertiti in 
un’ammenda da 15 mila euro, per la falsa notizia di un attentato a Gianfranco Fini. Il reato di Belpietro è procurato allarme: “Libero” pubblicò una notizia che mobilitò le forze dell’ordine in tutt’Italia, che poi si rivelò senza alcun fondamento. La fonte del direttore fu scoperta dalla polizia, e si trattava di una persona che voleva prendersi gioco dei giornali. Belpietro era stato assolto nel 2011 dal gip, ma la Cassazione aveva annullato la prima pronuncia della magistratura. Ora, come riporta il “Corriere della Sera”,  il decreto penale (che  Belpietro impugnerà) esclude «l’esimente di un preteso diritto di informazione» per «totale assenza» di «qualsiasi connotato di serietà» in mancanza di una «anche minima verifica possibile». La pena detentiva (poi commutata in ammenda) per il gip non contrasta con Strasburgo perché il no al carcere per i giornalisti è nei casi di diffamazione; e i precedenti penali negano al direttore le attenuanti.

Falso Attentato a Belpietro

Compiute tutte le verifiche, eseguiti tutti gli esperimenti, valutate tutte le testimonianze, gli inquirenti 
sarebbero infatti arrivati a convincersi che in via Monte di Pietà, nel palaz­zo dove abita il direttore di 
Libero , quella sera non sia accaduto in realtà assolutamente nulla. Ovvero: che nessuno ab­bia 
cercato di fare la pelle al giornalista. Che sulle scale del palazzo non ci fosse nessun al­tro, se non il 
capo della squadra di poliziotti che vigila sulla sicurezza di Belpietro. E che tutto quanto accaduto gli 
spari, l’allarme, eccetera  sia stato frutto, nella migliore delle ipotesi, di un errore di valutazione.

Il quotidiano Libero, il giorno successivo alla strage di Parigi, operata da terroristi anti-occidentali, ha dedicato la sua prima pagina ad un servizio anti-islamico intitolato 'Bastardi islamici', contravvenendo a tutte le norme della deontologia professionale in materia di incitamento all'odio razziale e di correttezza dell'informazione.

Il servizio è firmato dal direttore del giornale, Maurizio Belpietro che è indegno di rimanere un giorno di più nell'Ordine professionale.

LETTERA  A
Presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti Enzo Iacopino
Dopo l'ignobile titolo fatto in prima pagina da Libero all'indomani della strage di Parigi, chiediamo la radiazione immediata di Maurizio Belpietro dall'Ordine dei Giornalisti.

Firmate questa petizione

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