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domenica 10 agosto 2014

Appello per il Teatro Valle



Appello per il Teatro Valle:
 «L’esperienza italiana, nata nel 2011,
 è l’esempio di come si trasforma un prestigioso teatro in un bene comune»

Dal 14 giu­gno 2011, una comu­nità di arti­sti e cittadini ha tra­sfor­mato il Tea­tro Valle, il più antico e pre­sti­gioso tea­tro di Roma che rischiava di essere pri­va­tiz­zato, in uno dei più avan­zati espe­ri­menti di fusione tra la lotta poli­tica e le arti teatrali e per­for­ma­tive nel mondo attuale. Nell’interesse delle gene­ra­zioni future è stata creata una nuova entità giu­ri­dica deno­mi­nata “Fon­da­zione Tea­tro Valle Bene Comune” che ha rac­colto l’adesione di quasi 5600 per­sone. È stato il frutto di un nuovo e genuino pro­cesso di coo­pe­ra­zione tra alcuni giu­ri­sti molto noti e l’assemblea dei cittadini e artisti. Un notaio ha rico­no­sciuto l’esistenza della Fon­da­zione, men­tre il Pre­fetto di Roma ne ha negato la per­so­na­lità giu­ri­dica soste­nendo che il pos­sesso della strut­tura non è un titolo suf­fi­ciente per avviare la Fondazione.

Tut­ta­via, nei tre anni di occu­pa­zione, mai for­mal­mente auto­riz­zati, il Teatro Valle è riu­scito a diven­tare una nuova isti­tu­zione del comune, stu­diata in tutto il mondo e oggetto di nume­rose pub­bli­ca­zioni. Men­tre la muni­ci­pa­lità ha pagato le bol­lette della cor­rente elet­trica - 90 mila euro all’anno - oggi è dif­fi­cile negare che l’occupazione è stata lar­ga­mente tol­le­rata per­sino dal pre­ce­dente sin­daco post-fascista. Cer­ta­mente gli occu­panti hanno pre­stato grande cura per l’antico tea­tro, hanno rac­colto fondi per la manutenzione e hanno gene­rato in tre anni spet­ta­coli di ecce­zio­nale inte­resse per­for­mance, assem­blee, formazione tecnica e pro­grammi edu­ca­tivi ai quali la cittadinanza ha avuto accesso attra­verso un sistema di dona­zione basata sulle pos­si­bi­lità di ciascuno. L’esperienza del Teatro Valle ha anche ispi­rato azioni simili mirate alla pro­te­zione dei tea­tri e degli spazi pub­blici in tutta Ita­lia e sta pro­muo­vendo le istanze di codi­fi­ca­zione dei beni comuni con il supporto di una ven­tina tra i mag­giori giu­ri­sti ita­liani.

Il Teatro Valle ha pro­dotto spet­ta­coli in scena in tutta Europa e ha attratto molti arti­sti e intel­let­tuali europei. La Euro­pean Cul­tu­ral Foun­da­tion, tra gli altri, ha asse­gnato al Teatro Valle il pre­sti­gioso pre­mio Prin­cess Mar­griet Award 2014, men­tre il Zen­trum fur Kunst und Medien­technologie (ZKM) di Kar­lsruhe ha dedi­cato a que­sta espe­rienza uno spa­zio in una recente mostra inter­na­zio­nale dedi­cata ai movi­menti sociali nel mondo.

Dopo le ele­zioni euro­pee dello scorso mag­gio, forse come con­se­guenza di una malin­tesa istanza lega­li­stica det­tata dal nuovo governo, i primi passi per risol­vere il con­flitto sulla tito­la­rità del tea­tro sono stati improv­vi­sa­mente inter­rotti quando l’assessore alla cul­tura della città di Roma si è dimessa. Come rispo­sta alla richie­sta della Fon­da­zione di ripren­dere il dialogo il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha rila­sciato una dichia­ra­zione in cui chiedeva agli occu­panti di lasciare il tea­tro, minac­ciando l’intervento della poli­zia e pro­ponendo un bando pub­blico per pri­va­tiz­zare la gestione dello spazio. E' seguito un incontro tra la Fondazione, il neo assessore alla cultura Giovanna Marinelli, la presidente della Commissione Cultura del Comune e i rappresentanti del Teatro di Roma. Alle richieste di un percorso di interlocuzione pubblico e trasparente, che sia garanzia per i 5600 soci, con l’obiettivo di gestire la delicata fase di transizione verso un modello di teatro partecipato, si è contrapposto la conditio sine qua non dell'immediata uscita dal teatro.

Questo non può accadere! La città di Roma, come cen­tro cul­tu­rale mon­diale merita una rispo­sta migliore alle istanze poste dal Teatro Valle. Rivol­giamo un forte appello alle auto­rità poli­ti­che ita­liane per cer­care un metodo che faci­liti, e non repri­ma, gli espe­ri­menti isti­tu­zio­nali e cul­tu­rali nella gestione dei beni comuni.



Perché è importante

L'ultimatum del Comune di Roma al Teatro Valle è stato chiaro: tra tre giorni avverrà lo sgombero. Abbiamo pochissimo tempo per salvare questa esperienza, decine di intellettuali da tutto il mondo, da Stefano Rodotà a David Harvey, da Slavoj Zizek a Salvatore Settis, da Ugo Mattei a Étienne Balibar a rappresentanti europei di prestigiosi Musei, Centri di arti performative e contemporanee, Fondazioni e Istituzioni culturali si stanno mobilitando per difendere quest'esperienza con questo appello internazionale. Ma adesso solo una grande mobilitazione di cittadini e istituzioni può salvare questo simbolo culturale e politico!

Tre anni fa il Teatro Valle stava per essere ceduto a privati. Cittadini e attori decisero di occuparlo. Ma non si fermarono, decisero di tentare una strada nuova: una grande e innovativa istituzione di partecipazione collettiva, la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, che è stata costituita da oltre 5600 soci fondatori. Decine di giuristi e centinaia di cittadini ne hanno scritto insieme lo Statuto partecipato. Un'esperienza unica premiata a livello internazionale, ma il comune di Roma è sordo.

Le soluzioni per trasformare l’innovativa Fondazione in una realtà pienamente legale, riconosciuta e attiva ci sono. Basta che le istituzioni si siedano assieme ai cittadini, agli artisti, ai lavoratori dello spettacolo per sperimentare un nuovo modo partecipato di gestire i beni pubblici, garantendo spazi di libertà e autodeterminazione. Per farlo consegneremo direttamente al Sindaco di Roma Marino e all’Assessore alla cultura Marinelli migliaia di firme di cittadine e cittadini italiani ed europei, artisti e intellettuali. TUTTI INSIEME POSSIAMO CONVINCERLI, FIRMA SUBITO E CONDIVIDI CON TUTTI!

(se rappresenti un'istituzione culturale, un centro artistico o di ricerca, una fondazione, un'associazione, un museo etc. mandaci la tua adesione anche a questo indirizzo mail, specificando l’ente/istituzione: internationalcall.valle@gmail.com)
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