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lunedì 24 febbraio 2014

Ucraina : si apre un vaso di Pandora



Ucraina : si apre un vaso di Pandora

L'Europa, fedele esecutrice dei piani di Washington ha aperto il vaso di Pandora. Che adesso le esploderà tra le mani. I nuovi inquilini saranno di certo concordati (sempre che Putin abbia la garanzia che non sarà valicato il Rubicone dell'ingresso nella Nato), ma coloro che sono scesi in piazza armati hanno in testa un'idea di Europa molto diversa da quella che si figura Bruxelles. E quelli in buona fede che sono andati dietro i neonazisti - e sono sicuramente tanti - si aspettano di entrare in Europa domani. E saranno tremendamente delusi quando dovranno cominciare a pagare, e non potranno comunque entrare, perché nei documenti di Vilnius questo non è previsto.

L'unico tra i commentatori italiani che ha scritto alcune cose sensate è stato Romano Prodi, ma le ha scritte sull'International New York Times. Rivolto agli europei li ha invitati a non mettere nel mirino solo Yanukovic, bensì condannare anche i rivoltosi. E ha aggiunto: «Coinvolgere Putin», visto che tutte le parti hanno «molto da perdere e nulla da guadagnare da ulteriori violenze». Giusto ma ottimista. Chi ha preparato la cena adesso vuole mangiare e non si fermerà. E l'isteria antirussa è il miglior condimento per altre avventure.

Il golpe è costato 82 morti – non si sa se nel computo sono compresi i poliziotti uccisi, una ventina - e 645 feriti, dei quali 423 sono stati ricoverati in ospedale. Almeno questo è il bilancio definitivo che hanno fornito oggi fonti del Ministero della Salute di Kiev. Qualche decina di morti in meno rispetto ai numeri sparati dalla Cnn e da alcune fonti degli insorti nei giorni scorsi, forse con la speranza di smuovere ancor di più l’opinione pubblica internazionale a sostegno del rovesciamento violento del governo di Kiev. Ma comunque un bilancio di sangue alto, scientificamente ricercato dalle forze oltranziste del fronte filoccidentale che martedì, dopo numerose provocazioni, hanno scatenato sparatorie e assalti violenti ottenendo che lo scontro politico si trasformasse in contrapposizione militare.

Ora tutti i principali media internazionali dipingono un quadretto idilliaco e rassicurante di una Ucraina sulla strada della libertà e della democrazia e nessuno sembra preoccuparsi del fatto che, alle porte dell’Europa, un partito che si ispira direttamente al nazionalsocialismo (Svoboda) e che propaganda un’ideologia violente, ultrnazionalista, xenofova e antisemita sia appena salita al potere a Kiev: il ‘dittatore’ è stato destituito ed è braccato, il regime disarcionato, i leader politici filo-Ue (Unione Europea come sinonimo di libertà…) hanno ripreso il controllo della situazione.

Ma è evidente che la spallata dell’establishment europeo e della Nato non si esaurirà con il “regime change”. Perché per poterla portare a termine Bruxelles ha dovuto sdoganare, sostenere e legittimare forze ultranazionaliste, fasciste o addirittura neonaziste, che ora fanno parte della coalizione vincitrice e che, con la benedizione delle cancellerie occidentali, hanno occupato militarmente Kiev ed in queste ore hanno iniziato un assalto contro decine di dirigenti della sinistra e dei sindacati.

E’ significativo che il primo atto politico di Yulia Tymoshenko sia stata una telefonata alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che l’ex premier appena uscita di galera incontrerà presto personalmente, come ci ha tenuto a far sapere. Anche il leader della destra repubblicana statunitense John McCain – che qualche mese fa andò ad aizzare piazza Maidan contro “il regime” – rivendica di aver subito telefonato alla Tymoshenko e a Vitali Klitschkó.

A Kiev intanto il golpe procede spedito e apparentemente senza ostacoli, sotto la copertura di decisioni adottate nelle ultime ore da una Rada militarizzata dalle ormai ex opposizioni e guidata da ieri dal braccio destro di Yulia Tymoshenko, Oleksandr Turcinov (ex capo dei servizi segreti), appena eletto capo dell’assemblea elettiva e, sulla base della quasi ripristinata costituzione del 2004, anche presidente della Repubblica pro tempore.

Un Parlamento ucraino sotto il controllo delle milizie di Svoboda e di quelle ancora più irrequiete dei gruppi fascisti riuniti nel ‘Pravyi Sektor’ che, armi alla mano, hanno preso possesso di praticamente tutte le sedi istituzionali nella capitale e nelle regioni occidentali e che decidono chi e quando può entrare nell’Aula dove la nuova maggioranza sta rapidamente imponendo le misure chieste da piazza Maidan negli ultimi mesi.

A partire dalla liberazione di quella Yulya Tymoshenko che già ieri sera, appena scarcerata, è andata ad arringare la folla – alcune decine di migliaia di persone – che si assiepava in una piazza Indipendenza ancora occupata dalle barricate e dai fortini degli ‘insorti’. Li ha incitati a continuare, “gli eroi di Piazza Maidan”, la ‘pasionaria’ condannata tre anni fa per reati di corruzione, a continuare finché tutto ciò che rappresenta il governo precedente – e la Russia, e i partiti di sinistra – non sarà spazzato via. Il più è stato fatto: ieri in gran fretta i deputati di Udar, di Svoboda e di Patria – il partito della Tymoshenko – supportati da qualche decina di transfughi dell’opportunista e inconsistente Partito delle Regioni hanno destituito il presidente Yanukovich, convocato nuove elezioni per il 25 maggio, sostituito alcuni ministri chiave del governo (Esteri, Interni, Salute, Difesa).

Ora, all’interno del variegato fronte filoccidentale si apre una competizione che potrebbe diventare assai aspra – fu così nel 2004 e fece naufragare la ‘rivoluzione arancione’ – e che vede in pole position il capo di Udar, l’ex pugile Vitaly Klitchko (gradito all’Ue e alla Germania in particolare); la bionda icona Tymoshenko – in competizione interna con il capo del suo partito Patria, Arseniy Yatsenyuk - e anche il ricchissimo e influente oligarca Petro Poroshenko.

Mentre in tutto il paese si segnalano scontri, aggressioni, assalti a sedi politiche e sindacali da parte dei dimostranti oltranzisti o più spesso da parte di squadracce ben organizzate dei partiti di estrema destra, nei territori orientali e meridionali dell’Ucraina comincia a farsi seriamente strada l’idea che al colpo di stato filoccidentale e autoritario occorra rispondere con una separazione in due del paese.



Kiev: l'eroica infermiera - "Io muoio" - è viva ed è nazista

Eh si, ai tempi di internet - per chi sa usare la rete in maniera critica e intelligente - è difficile nascondere a lungo le bugie. Basta solo un po' di attenzione e di senso critico. Sono passate solo poche ore da uno degli episodi che la stampa internazionale ha utilizzato per convincere l'opinione pubblica internazionale della bontà degli assalti fascisti in corso a Kiev contro un governo democraticamente eletto che un giornalista de Il Manifesto è andato a spulciare sui social network ed ha scoperto che lei, la giovanissima eroina della "rivoluzione ucraina", Olesya Zhukovska, non solo non è morta - e questo lo avevamo scoperto anche noi - ma non è affatto angelica e inerme come volevano farci credere.

Scrive Simone Pieranni:

"Ieri i media di tutto il mondo — quelli specie gli italiani — hanno servito un «simbolo» degli scontri di Kiev: l’infermiera Olesya Zhukovska che, ferita nella battaglia, twittando «Muoio» è diventata «martire di Maidan». In realtà è ancora viva e il suo viso angelico ha finito per rappresentare l’Ucraina che «vuole l’Europa, contro il regime filo russo». Ieri però su Vkontakte, il facebook russo, lei ha raccon­tato la sua storia e la sua militanza. Proviene dalle regioni occidentali, le più anti russe, serbatoio delle forze in piazza a Kiev. E non solo. Perché Olesya ha sottolineato di fare parte di Praviy Sektor (Settore Destro), gruppo non solo di destra, ma propriamente neonazista e tra i più antisemiti e violenti nella piazza di Kiev. Sì, è il simbolo della «rivolta» ucraina".
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