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sabato 16 giugno 2012

I pirati tedeschi e le 5 Stelle Italiani


www.piratenpartei.de

Il Partito Pirata in Germania (in tedesco: Piratenpartei Deutschland, PIRATEN) è un partito politico attivo in Germania dal 2006. Esso è stato fondato sul modello del Partito Pirata presente in Svezia.

Programma

Il partito si oppone allo smantellamento dei diritti civili in telefonia ed Internet, in particolare la data retention, la censura di Internet (cosiddetta Zugangserschwerungsgesetz), monopoli artificiali e varie misure di sorveglianza dei cittadini.
Il partito è favorevole ad una maggiore trasparenza dell'apparato politico, al diritto civile ad un trattamento dei dati personali sicuro e controllabile, ad una riforma dei diritti d'autore, dell'educazione, dei brevetti genetici ed informatici e della società per i diritti di riproduzione meccanica e l'esibizione musicale.
In particolare il partito propone di implementare il sistema politico in open source e di provvedere a delle API per permettere ad ispezionare e controllare l'efficienza del governo con mezzi informatici alla mano dei cittadini.

Scopi primari

Fra gli obiettivi di fondo in campo sociale del partito pirata tedesco vi è il "diritto di sussistenza e di inclusione sociale" (come esemplificato nella sezione "Recht auf sichere Existenz und gesellschaftliche Teilhabe" del programma del partito) nella quale si legge "Non promuoviamo ricchezza, ma lotta alla povertà".

Reddito di cittadinanza

Nel settembre 2011 la Piratenpartei ha superato la barriera del 5% alle elezioni del Land di Berlino conquistando per la prima volta seggi a livello di Land, dopo che la proposta di un "reddito di cittadinanza" affermata nel programma ufficiale del partito ha avuto eco nei media tedeschi sia durante la campagna elettorale, che dopo le elezioni.
L'ipotesi di un nesso causale fra i due fatti è suggerita anche dall'altro evento clamoroso della stessa tornata elettorale: il crollo verticale dei liberali della FDP molto al di sotto della barriera del 5% e la loro conseguente scomparsa da tutti i parlamenti di Berlino.
Nel partito pirata tedesco si è formata l'opinione secondo la quale l'obiettivo della lotta alla povertà si possa ottenere attraverso un reddito da corrispondere a tutti gli aventi cittadinanza, senza chiedere lavoro in cambio (bedingungslos) e di entità sufficiente ad una dignitosa sussistenza. Tale posizione è sostenuta senza mezzi termini sul sito del partito, nonché ufficializzata nella sezione "Recht auf sichere Existenz und gesellschaftliche Teilhabe" del programma del partito , in cui si legge:

«  [Finché il presupposto sia che] un reddito si può ottenere solo attraverso lavoro, allora per la tutela della dignità di tutte le persone deve regnare piena occupazione. A causa di questo presupposto, la piena occupazione finisce ad essere uno scopo primario della politica economica e viene perseguita in due modi: con incentivi alla congiuntura economica [...] o con la creazione di posti di lavoro statali il cui scopo è più che altro la sussistenza [del lavoratore]. Questi metodi sono entrambi allungatoie che bruciano ingenti masse di fondi pubblici. Ma quando si impiegano fondi pubblici, bisogna farlo in maniera il più possibile orientata al raggiungimento degli obiettivi. Poiché lo scopo è un reddito per la sussistenza di ciascuno, questo reddito dovrebbe essere erogato direttamente. Solo così si assicura dignità a tutti nessuno escluso. Così come oggi l'ordine pubblico, la rete stradale e ampi settori della istruzione vengono erogati dallo Stato senza chiedere direttamente nulla in cambio, anche la sussistenza deve diventare parte integrante di questo sistema. Noi pirati siamo convinti che la stramaggioranza delle persone utilizzerà una tale sussistenza garantita per attivare il proprio potenziale economico e sociale. Una esistenza sicura crea spazio per istruzione e ricerca in autodeterminazione, nonché innovazione economica. Facilita e rende possibile solidarietà e volontariato come la cura di parenti, accudire bambini, giornalismo indipendente, attività politica o la creazione di arte o software libero. L'intera società trarrebbe beneficio [da una tale infrastruttura]. La Piratenpartei si impegna per soluzioni che senza condizioni e a livello individuale garantiscano esistenza sicura e partecipazione sociale, e che creino e mantengano libertà da bisogni economici. »

 I pirati tedeschi e le 5 Stelle Italiani

Il portavoce dei «pirati» tedeschi critica il «non statuto» di Grillo: «È gerarchico, come il copyright». Le due liste hanno in comune soltanto la passione per il Web. Ma a Berlino il portavoce del movimento può essere chiunque e il «programma» è un software «democratico»: Liquid Feedback 


È il «portavoce» di un partito in cui i portavoce sono migliaia. Tanti quanti sono i membri, gli iscritti, perché per i «pirati» funziona così: chiunque può rappresentare il gruppo, anche in tv. Basta che presenti le posizioni «ufficiali» del Piratenpartei, non le proprie. Ma Carlo von lynX (il suo nickname in rete), informatico e musicista, da qualche giorno ha una «qualifica» in più. I pirati tedeschi gli hanno assegnato il compito di occuparsi dell’Italia. Di tenere i rapporti, insomma, coi «cugini» del partito pirata italiano.
Loro, i tedeschi, sono sulla cresta dell’onda, dalla città di Berlino fino al Nord-Reno Vestfalia, raccolgono successi elettorali che sfiorano la doppia cifra. E così, di fatto, si sono messi alla testa del movimento internazionale, dando una mano a chi ne ha bisogno.
Il suo nuovo incarico lo ha portato in questi giorni nel nostro paese. Dal salotto tv di Gad Lerner a un incontro pubblico alla festa di Sel a Roma e altre iniziative.

Il «partito pirata» parla sempre di più di democrazia, di partecipazione. Si ha la sensazione che i vostri temi tradizionali – come la battaglia contro i padroni del copyright per una cultura e un sapere condiviso – siano stati messi un po’ da parte.
Anche in Germania, come in Svezia, il movimento dei pirati è partito con una rivendicazione di libertà: libertà di usare e di condividere le conoscenze, la cultura, i libri, la musica. Poi, però, gradino dopo gradino, con l’apporto di migliaia di suggerimenti, il nostro programma si è arricchito. E oggi credo che sia proprio quella la nostra idea-forza: la partecipazione, la democrazia partecipata.
Non è proprio un’idea originalissima…
Potrei risponderti che molti la propongono ma pochi la praticano. Ti dico invece che a differenza di altri noi abbiamo trovato un qualcosa in più. Esattamente quel «qualcosa» che spiega gran parte del nostro successo…
A cosa ti riferisci?
Alla «Liquid Feedback».
Di cosa si tratta?
Formalmente di un software ma in realtà è molto di più: è un nuovo modo di concepire la democrazia. Funziona così: i membri di un gruppo, in questo caso il Piratenpartei, possono proporre e scrivere un progetto su qualsiasi argomento. Se la proposta riscuote un’interesse di base da parte degli altri membri, passa il primo quorum ed entra in quella che chiamiamo «fase di dibattito». Tutti possono proporre integrazioni, modifiche; anche modifiche sostanziali, in forma di proposte alternative. Dopo una fase di verifica si arriva al voto. Con una grande differenza però rispetto ai metodi tradizionali. Perché qui si afferma il principio della delega: se io non sono competente su una materia affido il mio voto ad una persona più esperta di me. Delega che posso ritirare in qualsiasi momento. E poi, soprattutto, a quel punto entra in funzione il «metodo Schulze». È un algoritmo che determina la sintesi fra tutti i voti espressi. Sì, perché col voto un iscritto non si limita a indicare la sua preferenza ma può anche indicare la tesi che lo convince di meno, può indicare una graduatoria di preferenze rispetto alle soluzioni proposte. Il «metodo Schulze» traduce tutto ciò in una proposta unica.
Più o meno, insomma, come avviene in Wikipedia…
Il metodo, all’inizio, potrebbe somigliargli. Con una differenza sostanziale però: qui non ci sono «moderatori». Qui tutti pesano allo stesso modo.
Da come parli sembra quasi che un software possa sostituire la politica, ma è così?
Veramente resta sempre politica anche dentro quel software. Eliminiamo solamente alcune strutture verticali che fino ad oggi erano inevitabili. E poi noi «pirati» la politica la facciamo anche in strada. A Berlino le persone sono scese in piazza contro l’Acta, l’accordo internazionale che se ratificato distruggerà la libertà in rete. E sono persone vere, non virtuali.
Secondo te da dove viene il vostro successo elettorale? A quali partiti avete preso voti?
Ci sono molti studi e statistiche. A Berlino abbiamo pescato nell’elettorato di sinistra ma soprattutto dall’area del non voto. Poi, negli altri Land, abbiamo preso davvero da tutti i partiti.
Avete «pescato» a sinistra, dici. Eppure, tanta parte della sinistra vi accusa di essere indeterminati, molto vaghi quando si parla dei grandi temi dell’economia, del dominio della Bce, della dittatura finanziaria in Europa.
È un tema complessissimo. In «Liquid Feedback» abbiamo sviluppato una dozzina di modelli nel tentativo di tenere assieme il welfare e un’economia sostenibile. Io penso che ne uscirà un’idea visionaria, probabilmente. Ma sarà la sintesi fra le aspirazioni e l’intelligenza collettiva di migliaia di persone.
L’ultima domanda è sull’Italia. Qualcuno, fra gli osservatori più superficiali, accosta i pirati tedeschi a Beppe Grillo. Considerate le «5 Stelle» un pezzo del vostro movimento?
Da quel che vedo sono diversi i partiti e le forze politiche italiane che simpatizzano – o dicono di simpatizzare – coi pirati. Io credo, però, che un buon metodo di indagine, se si vuole capire la situazione, sia quello di partire dagli Statuti. In Germania facciamo così. Bene, nel caso del «5 Stelle» mi sono trovato di fronte a un «non-statuto», come lo chiamano, che invece di definire metodi democratici di organizzazione prevede solamente il copyright del marchio. C’è qualcuno, insomma, proprietario del movimento, c’è qualcuno che ne può disporre. È un approccio assolutamente incompatibile al nostro. A noi piacciono gli statuti con la partecipazione orizzontale. Esattamente come quello del partito pirata italiano.



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