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lunedì 7 maggio 2012

LA SARDEGNA CANCELLA LE PROVINCE COL REFERENDUM



SARDEGNA: REFERENDUM 6 MAGGIO 20012, ABOLIZIONE PROVINCE, DIMINUZIONE PRIVILEGI DELLA CASTA,Referendum truffa?


ABOLIZIONE PROVINCE, DIMINUZIONE PRIVILEGI DELLA CASTA


LA SARDEGNA

 

 CANCELLA LE PROVINCE 

 

COL REFERENDUM




 CAGLIARI - La Sardegna cancella con i referendum le Province regionali del Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia-Tempio e chiede l'abolizione di quelle storiche di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. Quorum superato per i dieci quesiti referendari: alle 22 di ieri, ora di chiusura delle urne, ha votato il 35,50 per cento degli aventi diritto cioè 525.651 sardi. In provincia di Cagliari si è recato alle urne il 38,11 per cento degli elettori (nel capoluogo ha votato il 40,44%), in quella di Nuoro il 34,76 per cento, di Oristano il 33,04 per cento, in provincia di Sassari il 37,23 per cento, nel Medio Campidano il 42,55 per cento (affluenza più alta), nella provincia di Carbonia-Iglesias il 31,53 per cento, in Ogliastra il 28,74 per cento e nella provincia di Olbia-Tempio il 26,85 per cento. I primi quattro quesiti, insieme all'ottavo, sono abrogativi e cancellano quindi le quattro province regionali di Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia-Tempio. L'ottavo taglia l'indennità dei consiglieri regionali. Chiede ai sardi se vogliono cancellare una legge che stabilisce che i compensi sono agganciati a quelli dei parlamentari 'in misura non superiore all'80%'. I quesiti consultivi, riguardano l'elezione diretta del presidente della Regione attraverso le primarie, la riscrittura dello statuto sardo, sull'indennità spettante ai membri del Consiglio regionale della Sardegna e il rimborso delle spese di segreteria, all'abolizione dei consigli di amministrazione degli Enti strumentali della Regione e alla riduzione dei consiglieri regionali da 80 a 50.

"GRANDE PARTECIPAZIONE POPOLARE" «Una giornata di grande partecipazione popolare che rappresenta una vittoria per la Sardegna e per tutti i Sardi». È il commento del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci sul raggiungimento del quorum per i dieci quesiti referendari. «I cittadini si riappropriano degli spazi della politica - ha aggiunto il presidente della Regione - e danno essi stessi impulso ad una stagione di cambiamento non più rinviabile, che deve coinvolgere tutta la politica e l'intera società sarda. Al di là delle appartenenze di ciascuno, bisogna cogliere questo messaggio chiaro e la volontà espressa di una Sardegna che intende decidere con scelte autonome e di rottura con il passato».

QUORUM NON RAGGIUNTO A OLBIA TEMPIO Con l'affluenza più bassa alle urne in tutta la Sardegna, il 26,85% dei votanti, 34.830 elettori, la Gallura difende la Provincia regionale di Olbia-Tempio. «Trionfa il voto a difesa della nostra Provincia, nata dopo decenni di lotte: con il non voto di circa il 73% dei galluresi infatti è giunta un'indicazione ben precisa. La nostra entità territoriale, consolidata anche dal punto di vista amministrativo, così sentita dalla popolazione deve restare». È il commento a caldo del presidente della Provincia Olbia Tempio Fedele Sanciu sui dati dell'affluenza alle urne per i referendum regionali. «Però -prosegue- l'aver raggiunto il quorum è un segnale altrettanto forte dei cittadini da raccogliere per raggiungere quelle riforme necessarie per migliorare la macchina amministrativa territoriale, regionale e complessivamente di tutto lo Stato, perchè sollecitano l'eliminazione degli sprechi e il depotenziamento delle caste, evitando il logoramento delle istituzioni e il mettere in contrapposizione le aree forti con quelle deboli della Regione». «Dal voto e dal non voto emerge il malessere dei cittadini. Questi messaggi -afferma Sanciu- vanno raccolti ed incanalati verso le riforme dedicate ai bisogni della gente, mirate ad eliminare gli sprechi, depotenziare le caste e i tentativi di accentramento del potere a discapito delle comunità locali. Una riflessione ora è opportuna , ma -conclude Sanciu- poi dobbiamo subito metterci al lavoro per il bene di tutti».

Dieci i quesiti referendari regionali promossi dal Movimento Referendario Sardo (di cui fanno parte ’Italia dei Valori, la Base Sardegna e Riformatori Sardi), per i quali si poteva votare solo nella giornata di ieri. 

I più attesi?
 Quelli abrogativi sull’abolizione delle quattro province istituite di recente (2001) - vale a dire Medio Campidano, Olbia Tempio, Carbonia Iglesias e Ogliastra - e quello per ridurre le indennità dei consiglieri regionali.

I promotori del referendum, Italia dei Valori in testa, esultano perché la partita si è giocata tutta sul votare sì e, quindi, chi si è recati alle urne lo ha fatto – nella stragrande maggioranza – per abolire i privilegi della Casta. Quorum al 33,3%, affluenza al 35,5%. Seppur di pochissimo, l’Italia intera prende una lezione di civiltà.
Con i sardi c’è poco da scherzare, quando si mettono in testa una cosa nessuno riuscirà a distoglierli dall’obiettivo. E l’avevano promesso: ve la faremo pagare, rivolti ai componenti di quella Casta che troppo spesso ha svenduto non solo le loro terre ma persino la dignità di un popolo che – come diceva lo scrittore David Hernert Lawrence – “è fuori dal tempo e dalla storia, è come la libertà stessa”. Inimmaginabile mettergli i piedi in testa.
Figurarsi se a provarci sono gli esponenti della Casta. Risposta: al rogo la Casta.
Gli altri cinque quesiti referendari, tutti consultivi, chiedevano agli elettori se “abolire le altre quattro Province storiche (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), portare da 80 a 50 il numero dei componenti del Parlamento sardo, cancellare i consigli di amministrazione degli enti regionali, istituire un’Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto autonomistico, eleggere direttamente il presidente della Regione attraverso le primarie.”



leggi anke

http://cipiri17.blogspot.it/2012/05/sardegna-referendum-6-maggio-20012.html


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