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lunedì 28 novembre 2011

L'ITALIA E' FALLITA, SI TORNA ALLA LIRA




L'ITALIA E' FALLITA

 

SI TORNA ALLA LIRA


Un team di avvocati è al lavoro da mesi per studiare l'uscita dall'Euro. Bloccheranno i conti correnti per una settimana, servirà per tornare alla vecchia moneta. Il sistema Euro è crollato



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L'Italia fallirà e tornerà alla lira Bloccheranno i conti correnti per una settimana,
servirà per tornare alla vecchia moneta.
Il sistema Euro è crollato
di Loretta Napoleoni



 In finanza, quindi Piazza Affari, Londra, Tokyo e Wall Street, si parla di default multiplo già da giugno e infatti noi ne abbiamo parlato qui su Cadoinpiedi. C'è anche un programma che è iniziato quest'estate di ricerca da parte sia della Germania che della Francia, quindi diciamo i paesi al centro dell'Euro, per trovare una soluzione nel caso in cui Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda non ce la facciano. Un team di avvocati lavora già da diversi mesi e questo programma è quasi completo, il che vuole dire che c'è la possibilità che questo Euro si spacchi e che quindi una parte che diciamo è la parte del Nord Europa, quella che ha seguito una politica fiscale di maggiore austerità negli ultimi dieci anni, si ricostituisca intorno a un Euro che sarà un Euro forte. Il resto andrà in default . In Italia di queste cose non se ne è parlato perché non se ne è voluto parlare e in realtà se uno parlava con chiunque operava sulle piazze affari internazionali che l'Italia potesse andare in default era una possibilità. Certamente una possibilità abbastanza remota a giugno però oggi siamo quasi arrivati al momento cruciale.

Io quello che posso dire è quello che alcuni avvocati di questo team che stanno lavorando al possibile default mi hanno detto è che succederà un po' com'è successo in Argentina, potrebbero chiudere le banche per una settimana, i depositi potrebbero essere congelati, si potrà prelevare una certa quantità di denaro quotidianamente (in Argentina erano l'equivalente di 250 dollari) e in questa settimana di "congelamento" ci sarà la conversione dall'Euro alla moneta che si vuole scegliere, per esempio l'Italia potrebbe tornare alla lira. Però questo comporterà anche dei cambiamenti a livello pratico. Dopodiché i risparmiatori italiani chiaramente si ritroveranno le lire. Questo significa che se uno vive in Italia e non va all'estero non ha grossi problemi, al contrario la debolezza della moneta sarebbe un danno. Certo, chi ha i soldi fuori, chi ha gli Euro fuori, sarà avvantaggiato perché ci sarà una svalutazione della lira e il tasso di cambio sarà il tasso di cambio che verrà deciso chiaramente dalle autorità monetarie e anche dalle autorità europee. Credo sarà molto vicino al tasso di cambio al quale la moneta è entrata e quindi 1936,27 lire. Chiaramente ci sarà una svalutazione e quindi questi soldi varranno di meno alla fine della settimana di conversione di quanto valevano all'inizio.

Poi c'è questa notizia che l'Fmi smentisce gli aiuti all'Italia...

Questa notizia molto probabilmente è stata passata a chi l'ha pubblicata perché mercoledì c'è l'asta dei Btp decennali e quindi si voleva in un certo senso rassicurare i mercati. E infatti oggi FMI ha smentito qualsiasi aiuto. Questa mattina alla borsa di Londra ci sono state già delle reazioni abbastanza negative perché chiaramente si pensa che gli italiani l'abbiano pubblicata appositamente. E questa è una cosa gravissima perché dà proprio l'impressione anche della poca professionalità del mercato italiano. Del resto il problema fondamentale qui è un problema di fiducia, nel senso che non si ha più fiducia nei confronti dell'Euro. Pensiamo anche a quello che è successo giovedì scorso, con i tedeschi che non sono riusciti a piazzare i loro Bund, ma non solo questo. Il rendimento è arrivato ai livelli del rendimento dei Gilt, quindi dei buoni inglesi. I buoni inglesi hanno un solo elemento di vantaggio rispetto ai Bund: sono in sterline e non in Euro.
Ho paura che non ce la faremo a riprenderci, nel senso che questo multiplo default sia in realtà uno scenario molto possibile che vedrà non solo la Grecia e l'Italia ma anche la Spagna e il Portogallo (forse solo l'Irlanda si salverà perché in Irlanda si è fatta una politica completamente diversa e gli indicatori economici sono abbastanza positivi) uscire dall'euro e uscire in modo disordinato.

L'ultimo elemento di preoccupazione è questo processo di ricapitalizzazione imposto alle banche che è in preparazione a Basilea 3 e quindi quello che sta succedendo sui mercati adesso è anche una riduzione drastica della liquidità disponibile sui mercati. Il che vuol dire che abbiamo un effetto di sfiducia nei confronti dell'Euro che si sovrappone a una contrazione della liquidità, quindi ci sono meno soldi in circolazione e c'è anche meno volontà di investire in obbligazioni. Le banche vendono la maggior parte delle loro obbligazioni per poter ricostituire la loro liquidità. Per cui vediamo che la Bce per esempio nel mese di settembre ha acquistato quasi 600 miliardi di obbligazioni da parte di tutta quanta l'Europa di cui 100 dalla Francia e 100 dall'Italia e il rimanente dal resto dei paesi europei, perché le banche li scambiano in cambio per poter ricostituire il proprio contante. Quindi c'è una crisi anche all'interno del mercato delle obbligazioni che non riesce a assorbire tutto quello che praticamente gli viene dato. Abbiamo due elementi: la sfiducia ma anche un elemento strutturale che è appunto la mancanza di liquidità.

 di Loretta Napoleoni - 28 Novembre 2011


http://www.cadoinpiedi.it/2011/11/28/litalia_e_fallita_si_torna_alla_lira.html#anchor


Due banche si preparano al ritorno della lira
 
Almeno due banche di caratura mondiale «hanno preso delle misure» per ritornare ad effettuare transazioni in vecchie valute della zona euro tra cui lira, dracma e escudo. Lo ha scritto il 24 dicembre il Wall Street Journal citando fonti ben informate.
Le banche in questione, secondo il quotidiano finanziario, hanno già contattato Swift, l'azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali, per avere la tecnologia e i codici necessari, riferiscono le fonti.
Un portavoce di Swift ha detto al giornale  che l'azienda è pronta a fare tutto quanto sarà necessario per garantire il regolare svolgimento delle transazioni, ma che «non è il caso fare commenti suquestioni specificamente legate alla zona euro». Secondo il Wall Street Journal, le banche stanno studiando tutti gli aspetti del possibile impatto che avrebbe l'uscita di uno o più Paesi dalla zona euro.



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