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lunedì 20 settembre 2010

LEGA LADRONA N°1: IL VIZIO DI BOSSI DI SISTEMARE LA FAMIGGHIA HA FATTO SCUOLA FRA I LEGHISTI. ECCO LE PROVE! (DIFFONDETE!)



Otto posti in palio alla provincia di Brescia come impiegati, al concorso si presentano in 240, alla fine solo otto ottengono il posto e tra questi ci sono cinque ragazze “vicine” alla Lega. Tutte figlie di, amiche di, parenti di. Non solo. Secondo quanto raccontata il gruppo di cittadini ‘Tempo Moderno’ (il cui referente è l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi, dirigente del Psi di Brescia) tra i primi 14 classificati, ben 7 candidate sono riconducibili a fede o frequentazione leghista e nella classifica finale sarebbero stati “depennati” i candidati “non leghisti”. C’è già chi urla allo scandalo e parla di “Carrocciopoli”, il resto è cronaca. Cronaca di un concorsone indetto nel 2008 dall’Amministrazione provinciale di Brescia per l’assunzione di otto istruttori amministrativi (qualcosa di simile all’impiegato di concetto, per capirsi). Poco dopo la pubblicazione del bando di concorso arrivano le candidature: oltre settecento. Poi ci sono le prove scritte e si presentano in 240. Una prima scrematura di polso viene fatta proprio qui e a contendersi quegli otto posti alla provincia rimangono in 38. Si passa dunque agli esami orali e poi esce la classifica finale. Siamo al 4 febbraio 2010 e la classifica viene pubblicata sul sito della Provincia di Brescia, dove nel frattempo è arrivato il nuovo presidente, leghista, Daniele Molgora.

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Salta subito all’occhio che tra quegli otto fortunati che otterranno il posto, ci sono ben cinque ragazze col marchio “padania” stampato in fronte. A raccontarlo è ancora il gruppo ‘Tempo Moderno’ e sull’argomento arriva anche, sul sito BresciaPoint la denuncia, in un commento a un articolo, di una ragazza che dice di essere Margherita Febbrari, decima classificata e quindi esclusa dal lavoro. La ragazza, nei commenti sul sito BresciaPoint, lamenta di non aver avuto abbastanza “spinte” per poter accedere tra i primi otto posti.

Ma vediamo chi sono le “fortunate” vincitrici stranamente tutte vicine al Carroccio. Come racconta “Il Riformista” all’ottavo posto si classifica Sara Grumi, figlia di Guido Grumi, assessore di Gavardo candidato della Lega Nord alle recenti elezioni regionali, e già assegnataria di un incarico a termine di collaborazione con l’Amministrazione provinciale bresciana.

Al sesto posto (il settimo è occupato da un candidato non in quota Lega) c’è Katia Peli, nipote dell’assessore leghista provinciale Aristide Peli, assunta fin dal 2004 dall’Amministrazione provinciale bresciana come portaborse dello zio. Al quinto posto poi troviamo Silvia Raineri, capogruppo della Lega nel Consiglio Comunale di Concesio, ma anche capogruppo leghista alla circoscrizione Nord del Comune di Brescia e coordinatrice della commissione sicurezza civica e bilancio nonché moglie di Fabio Rolfi, vicesindaco e assessore leghista del Comune di Brescia.

Si arriva così alla vetta della graduatoria. Al primo e terzo posto ci sono rispettivamente Cristina Vitali e Anna Ponzoni, entrambe impiegate con un contratto ad personam presso l’assessorato provinciale alle attività produttive, retto dal leghista Giorgio Bontempi. Una strana coincidenza.

* By Franca Rame

http://www.francarame.it/node/1320



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federalismo o clientelismo?

Sarà questa l'applicazione di ciò che intendono per federalismo? Sembra piuttosto clientelismo...Certe coincidenze ne ricordano analoghe che avvenivano durante la prima Repubblica ad opera proprio di quei partiti a cui la lega non voleva somigliare e rispetto ai quali si proponeva come novità per la mancanza di clientele. Alla luce di notizie come questa è strano come dopo oltre un secolo al nord si continui a discriminare il Sud italia come se tutto il marcio fosse appannaggio del Sud ma al Nord appartengono "Tangentopoli", "Parmalat", "Telecom", le "grandi opere" e l'immondizia nociva e le scorie radioattive mandate nelle terre del Sud con le quali si distrugge anche l'unica cosa che hanno lasciato al meridione: le bellezze naturali.
Concludendo tra la prima e la seconda Repubblica non è cambiato niente e nessun partito è veramente nuovo.
Natura
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Quanto è costato il simbolo della Lega nella scuola di Adro?



Settemila e cinquecento euro per i tappetini marchiati con il Sole delle Alpi, 6500 per i cestini dell’immondizia: “marchiare” il territorio non è mai stato così caro…



Quanto costerà rimuovere il Sole delle Alpi dalla scuola di Adro intitolata a Gianfranco Miglio, che ad oggi sembra un mausoleo della Lega Nord? Se lo chiede il Corriere della Sera, che rivela qualche particolare economico riguardante i costi generali del polo scolastico d’avanguardia messo su nella profonda Lombardia.



SETTEMILA EURO DI ZERBINI – La delibera che assegnava l’appalto alla Chiara Immobiliare parla di una cifra complessiva pari a sei milioni e seicento mila euro; ma i soldi sborsati sono molti meno perché il Comune ha consentito all’impresa di prendersi il vecchio edificio scolastico e trasformarlo in appartamenti da mettere in vendita. Poi c’è anche da sottolineare che molte immagine sono semplicemente attaccate, alle finestre come ai muri, e basterà staccarle a costo zero. Ma non è andata sempre così. Per acquistare gli arredi (su molti dei quali c’è il famoso simbolo del Sole delle Alpi) il Comune di Adro ha sborsato 230mila euro; ad essi vanno aggiunti, scrive sempre il Corriere, altri 350mila frutto di una sottoscrizione a cui hanno aderito trenta famiglie del paese. I dieci zerbini all’ingresso dell’edificio sono costati uno sproposito: 7500 euro in totale, 750 ciascuno, una cifra a cui si è arrivati perché è stato necessario “fabbricare ex novo lo stampo del Sole delle Alpi”.



10MILA EURO PER IL TETTO - I cestini del’immondizia, quelli per la raccolta differenziata e quelli ‘normali’ sono invece costati poco meno: 6500 euro. Anche questi soldi sono destinati a sparire, e i secchi ad essere semplicemente sostituiti. Il rifacimento dei tetti, dove invece campeggiano due giganteschi Soli delle Alpi, arriverà a costare ben 10mila euro: uno ’scherzetto’ piuttosto costoso, anche per un Comune senza particolari difficoltà economiche. Insomma, per Oscar Lancini si tratterà di un cospicuo esborso. E stavolta non potrà nemmeno tagliare la mensa per trovare i soldi.



LA CORTE E I CONTI - Intanto scende in campo anche la Corte dei Conti, come scrive Repubblica. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Eugenio Francesco Schitzler, spiega che «la vicenda merita un approfondimento». Per Silvio Ferretti, segretario cittadino del Pd, i dubbi sono tanti: «Ci risulta che gli arredamenti siano costati 15mila euro per ognuna delle 12 aule. Non sappiamo quanto siano costati i simboli, perché il progetto originario è stato modificato e in consiglio comunale non è arrivata alcuna delibera nella quale si parla della loro apposizione». «Speriamo che intervenga, la Corte dei conti – replica il sindaco – ridicolizzerò l’opposizione anche in quella sede. I simboli non sono costati nulla e io non spenderò un euro per rimuoverli perché non lo farò».

http://www.giornalettismo.com/archives/82744/scuola-adro-simbolo-lega/

LEGGI ANKE
http://cipiri.blogspot.com/2010/09/lega-ladrona-tutti-gli-sprechi-del.html

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