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mercoledì 15 luglio 2009

La guerra afghana parla anche italiano

La guerra afghana parla anche italiano

Un paracadutista della Folgore è stato ucciso e altri tre sono rimasti feriti in un attacco della guerriglia nella provincia di Farah. Il governo italiano si prepara a riferire in Parlamento. Un elicottero con sei contractors è stato abbattuto vicino la base militare di Sangin.

Il nome di Alessandro Di Lisio, 25 anni, di Campobasso, caporal maggiore della Folgore si aggiunge all’elenco di altri 13 soldati italiani uccisi in Afghanistan. Di Lisio era di pattuglia con altri parà nella provincia di Farah, una delle due province di competenza del Comando regionale ovest a guida italiana. Il loro mezzo è stato investito dall’esplosione di una bomba. Di Lisio è morto, gli altri tre sono rimasti feriti. Nessuno dei feriti è in pericolo di vita, secondo quanto fa sapere lo Stato maggiore della difesa.
La ricostruzione dei fatti operata dalla difesa dice che la colonna di mezzi blindati della Folgore e del primo reggimento bersaglieri era diretta a una caserma dell’esercito afghano nella provincia di Farah. Da quella postazione, i soldati del malandato esercito nazionale afghano avevano chiesto l’intervento delle forze internazionali, perché sotto continuo attacco della guerriglia. E’ toccato agli italiani, che ormai da mesi, nel settore di loro competenza e anche oltre, partecipano alle operazioni di combattimento contro i guerriglieri talebani. Meno di un mese fa, il quotidiano spagnolo El Pais aveva pubblicato sul suo sito online un reportage video su una battaglia condotta da soldati italiani, spagnoli e statunitensi contro i guerriglieri. Gli italiani avevano impiegato anche gli elicotteri Mangusta.
Alle ordinarie reazioni di cordoglio per le vittime dell’attacco e per i loro familari espresse dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, così come da tutte le forze politiche, stavolta si aggiunge la richiesta, formulata dalle opposizioni, che il governo riferisca in aula sulla situazione in Afghanistan.
Dalla primavera in poi, infatti, nel paese è in corso una vera escalation militare, anticipata dall’arrivo dei primi rinforzi statunitensi e proseguita, in questi giorni, con due offensive contemporanee, entrambe nella provincia di Helmand, la più turbolenta del paese. La prima offensiva è quella dei marines, battezzata Khanjal [pugnale] in pushto e River Liberty per la stampa Usa. La seconda è l’operazione Panter’s claw lanciata dalle truppe britanniche. Ai soldati di sua maestà, l’offensiva è costata otto caduti nelle ultime 24 ore, le perdite più pesanti da molti mesi a questa parte. E il governo laburista di Gordon Brown è subito finito al centro delle critiche della stampa britannica e dell’opposizione conservatrice e liberaldemocratica per il modo in cui la guerra afgana [che risveglia memorie di ben altre disfatte dell’esercito britannico] viene condotta.
Non è chiaro quale sia l’idea della situazione che si è fatto il governo italiano, che brilla per retorica e avarizia di analisi rispetto al contesto afghano. Il ministro della difesa Ignazio La Russa ha parlato, subito dopo la notizia della morte del caporale Di Lisio, di «rivedere equipaggiamenti e mezzi», come se ciò bastasse. L’escalation di queste settimane era peraltro ampiamente annunciata. Lo stesso La Russa, poche settimane fa, aveva detto che il rischio per le truppe italiane era destinato ad aumentare. Nell’ultimo vertice della Nato, ad aprile, era stato deciso di aumentare le truppe in vista delle elezioni politiche afghane, previste per agosto. E Barack Obama, nel suo discorso dal Cairo, aveva detto che l’Afghanistan rimane un teatro di impegno fondamentale per le truppe statunitensi, che saranno anzi aumentate man mano che il disimpegno dall’Iraq procede.
Non si sentono ancora gli effetti della nuova strategia della Nato, se non per il numero dei caduti. Agli otto soldati britannici e al parà italiano si devono aggiungere anche sei contractors civili, che viaggiavano a bordo di un elicottero precipitato vicino la base militare di Sangin, nella provincia di Helmand. L’elicottero, secondo la ricostruzione delle agenzie di stampa internazionali, è stato abbattuto. I civili a bordo sono tutti morti.

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